In questo scenario gli insegnanti debbono considerare le ICT come nuovi contesti/ambienti di insegnamento apprendimento, cogliendone gli elementi di innovazione che essi introducono nella tradizionale azione didattica: il processo di apprendimento vede sempre più protagonisti i ragazzi che sanno integrare molteplici linguaggi, possono costruire conoscenza lavorando in modo cooperativo e secondo approcci reticolari, sperimentando le dimensioni del gioco, dell’immaginario, dell’espressività emozionale e forme comunicative informali.
Nello stesso tempo l’esperienza diffusa e generalizzata che i ragazzi fanno delle diverse tecnologie li porta a mettere in discussione la sacralità della cultura tradizionale che la scuola nel passato aveva il compito di trasmettere e ad avvicinarsi all’idea di una cultura come sistema di simboli, dinamico, aperto alla costruzione sociale.
La scuola deve conoscere questa esperienza e aiutare i ragazzi a organizzare, riflettere, attribuire ad essa un senso. In un setting didattico nuovo, che li vede più facilitatori di processi di ricerca che trasmettitori di nozioni, gli insegnanti, all’interno di una progettazione educativa e didattica chiara e rigorosa, possono guidare i ragazzi perché si orientino verso una nuova ecologia dei media e un uso non passivizzante del mezzo tecnologico.
Floriana Falcinelli
Professore ordinario di Didattica generale e Tecnologie dell'Istruzione
Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Perugia
Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Perugia
Nessun commento:
Posta un commento